“Eravamo poco più che ragazzi e alla generazione del sessantotto il sindacato apparve come l’angelo vendicatore della condizione operaia. Ci sentivamo da una parte sola, la parte dei
lavoratori; sognammo l’immagine di un sindacato capace di rovesciare quanto di vecchio, ambiguo, ingiusto s’annidava sotto la crosta della società”.
Walter Tobagi scriveva così, introducendo il suo ultimo libro, pochi giorni prima di essere assassinato il 28 maggio 1980 – a soli 33 anni – da un gruppo terrorista di estrema sinistra.
“Non sono le parole tonanti ma i comportamenti di ogni giorno che modificano le situazioni, danno senso all’impegno sociale: il gradualismo, i riformismo, l’umile passo dopo passo sono l’unica strada percorribile per chi vuole elevare davvero la condizione dei lavoratori”.
E poi, qualche pagina più avanti, un flash fulminante che resterà nella memoria collettiva: “Lo spirito santo gli si presentò sotto forma di sindacato”, scrisse Tobagi di Carniti, immaginiamo facendolo sorridere…
Tra le carte d’archivio, si ritrovano il dattiloscritto originale del capitolo dedicato a Carniti e la lettera di accompagnamento, datata aprile 1980, con cui Tobagi chiedeva a Pierre di segnalare imprecisioni e correzioni da fare. Carniti non corresse nulla e il testo andato in stampa è rimasto identico.
Tobagi e Carniti, su fronti diversi ma dalla stessa parte.